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al testo di Ivan Pozzoni
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Mentre nella solitudine afona delle vostre stanze butterete occhi distratti - stanchezza, orrore e indifferenza- sui miei versi scarni, chiedetevi: dov'è il poeta?
C'è.
Lo troverete, a dormire, nella cella d’un carcere di massima sicurezza, o in stanze imbiancate d'azzurro stantio; a mondare auto, schizzate di vernice nera, nella noia mortale d'una domenica mattina; nei corridoi d'un supermercato, tra sacchi di spazzatura e bottiglie d'olio, senza tessere, senza contanti.
Lo troverete - lì, vicino a voi!-, sdraiato e sconfitto, nelle corsie d'una clinica di malattie mentali, abbandonato, sfatto, su letti di chiodi; a correre nella notte da un'avventura all'altra, indomito, indomabile, come un cucciolo d'orso avvelenato dai bracconieri; nell'astrattezza di un concerto di musica classica, o, seduto a tavola, Bacardi Breezer davanti, in attesa di amori dannati, in attesa d'un cenno sensato da Madama Morte.
Dov'è il poeta?
Lontano dai vostri occhi, dalle vostre menti, dai vostri cuori, affittati a rate d'un tanto al mese, dai vostri dieci metri di vizio vitale, irrinunciabile, dove la catena d'oro che indossate stretta al collo vi autorizza ad arrivare, senza rimorso.
[Galata morente, 2010] |
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